Non dimenticare di lavarti i denti!
Philippe Corentin
Babalibri, 2009, p. 25
€ 13,00 ; Età: da 4 anni
Ci sono personaggi, come i coccodrilli, che inspiegabilmente si trovano a proprio agio tra le pagine di un libro per bambini. E per di più attraggono moltissimo i piccoli. Sono forse la variante moderna del lupo delle fiabe? Chissà. Certo è che ne condividono la fame atavica.
In questo ultimo, esilarante libro di Corentin il protagonista è un coccodrillo, anzi un cucciolo di coccodrillo che, come in Mangerei volentieri un bambino di Dorothée de Monfreid e Sylviane Donnio (Babalibri, 2005), desidera mangiare una bambina. Il racconto si sviluppa su due livelli, distinti e intrecciati: si parte da un mondo popolato di coccodrilli che desiderano mangiare bambine, per entrare in un appartamento umano, quello accanto, dove i coccodrilli esistono solo nei libri, ma dove il piccolo coccodrillo appare – non si sa come – a fior di pavimento.
I due mondi si sfiorano, suggerendo al lettore come il fantastico e il reale, nella narrazione, possano convivere, e come, grazie al famoso “patto narrativo” stretto con l’autore, il lettore possa sospendere l’incredulità. Tutto il racconto è un gioco, e ha un punto di intersezione: l’idea reciproca di esseri umani e di coccodrilli a proposito del cibo. “Dimmi un po’ papà, perché noi non mangiamo mai coccodrilli? – Non sono buoni, sanno di fango. Ma se proprio vuoi assaggiarli, ne ho appena intravisto uno dietro il divano”. Una simmetria perfetta, che risponde al piacere tutto mentale del lettore nel ricercare un disegno all’interno della costruzione narrativa. Ma la storia non finisce qui…
Lasciamo ai lettori il piacere di scoprire la battuta finale, in questo albo dal testo verbale breve, dove il compito comunicativo è sostenuto prevalentemente dalle immagini: esse mostrano come dal quotidiano possa inquietamente emergere un incubo, la cui pericolosità è tuttavia tenuta a bada dallo humour. Ricordiamo in proposito le parole dell’autore, quando, tempo fa, dichiarò: “Io cerco solo di far ridere i bambini. Leggere loro la sera storie di pathos per farli addormentare (in futuro poi si addormenteranno alla sola vista di un libro) significa annoiarli. Occorre fare il contrario: risvegliarli con storie che fanno ridere. I bambini adorano il solletico. Ebbene, facciamo loro il solletico con libri ghiti ghiti”. Occorre aggiungere altro?
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 87)